Home » Uncategorized » UNA BELLISSIMA GIORNATA STRANA (Bologna,Le Scuderie, 13 Dicembre 2014)

UNA BELLISSIMA GIORNATA STRANA (Bologna,Le Scuderie, 13 Dicembre 2014)

IMG_20141215_164002

Lo scorso sabato era Santa Lucia.
Da piccola mi sarei svegliata correndo verso il salotto, pronta a gettarmi su dolci e giocattoli. Invece quello stesso giorno tre mesi fa mi svegliavo dolorante dopo poche ore di sonno e un’operazione alla spalla: una decina di punti, placca di platino, viti e mesi di fisioterapia davanti a me.
Questo per dire: era una data piuttosto simbolica.
E’ infatti c’è chi si è parecchio stupito che io decidessi di passare l’intera giornata a Bologna a un incontro politico, dove avrei dovuto, in sostanza, restarmene seduta ad ascoltare i discorsi di una serie di persone: parole, parole, parole, per di più a proposito di una cosa ultimamente parecchio controversa e fumosa: la Sinistra.
Anche perché chi mi conosce lo sa: non sono mai stata un’attivista. Per timidezza, chessò, per mancanza di una visione d’insieme. O forse più semplicemente perché ho sempre avuto difficoltà a fare gruppo.
Però un anno fa, proprio di questi giorni e per una serie di ragioni che hanno finito per incastrarsi quasi alla perfezione, mi sono ritrovata a pensare che invece volevo muovermi. Fare, condividere.
Ma proprio così, eh, semplice semplice: cercare di fare qualcosa.
In realtà poi non è stato facile per niente, anzi. Si sa: un conto è volerle fare, le cose, un conto è farle. Soprattutto nel modo giusto, ché io di solito vado avanti a strattoni (oppure prendo lunghe rincorse, fate voi), e poi finisce che esaurisco le energie di botto.
Senza dimenticare che sono un gatto: curiosa da morire, ma appena qualcosa va storto mi rintano sotto il letto.
Insomma, ci ho messo un anno tondo tondo a prendere la direzione giusta. A raddrizzare il tiro, ecco, ma soprattutto a smettere di dipendere dall’entusiasmo altrui e di pensare che il mio, di entusiasmo, dovesse in qualche modo ottenere approvazione dall’esterno.
Quindi, tornando a questo 13 Dicembre, provate a immaginare con quale spirito mi sono alzata presto (il mio unico giorno libero in settimane!) per prendere il treno, raggiungere Bologna e infilarmi in un posto chiuso, pieno zeppo di persone, e lì rimanere tutto il giorno, tra l’atro seduta su una panca.
E invece davvero, non avrei potuto passare Santa Lucia migliore.
Eppure non avevo tante energie: non ho quasi parlato con nessuno. Quelli con cui l’ho fatto non mi conoscevano e non credo che se ne siano accorti, ma io mi sentivo rispondere da molto, molto lontano.

Però quanto mi ha fatto bene esserci!
Ho ascoltato e ascoltato. E tutte le persone che hanno affrontato quel palco avevano pensieri e paure simili ai miei. E parlavano soppesando, parole, parole, parole, si, ma dense di significato: niente appelli alla pancia, semmai al cuore. Detto, vi assicuro, al riparo da ogni retorica: ho avuto a lungo il magone. Ho riso, ho scosso la testa, ho annuito e dissentito: ho imparato e ho pensato tantissimo.
Credetemi, ora ho le idee un po’ più chiare rispetto a quello che sta succedendo al e nel mio paese e, soprattutto, so cosa sia e cosa credo debba essere quella strana e controversa cosa, la Sinistra.
Sono contenta di aver avuto il coraggio – no, non il coraggio, la testardaggine – di affrontare un viaggio non facile. Proprio io che, mi dicono sempre, sono una trottola che troppo spesso ha girato e gira ancora a vuoto.
Perché oh, non potere nemmeno immaginare quanti e quali ‘nonostante’ ci sono stati e ancora ci sono tra me e tutto questo!
Io però ho intenzione di continuare. Lo faccio per me e lo faccio francamente perché non ho scelta: me lo devo. Non solo perché non farlo non avrebbe nessun senso. Ma anche e soprattutto perché se non lo faccio per me non non potrò mai farlo anche per gli altri.

Leave a comment